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NARCISSUS POETICUS
(NARCISO)

il giovane vede il proprio riflesso e se ne innamora perdutamente.
“Sarai destinato a vivere finché non conoscerai te stesso!”

“Sarai destinato a vivere finché non conoscerai te stesso!” questa è la particolare profezia fatta dal veggente Tiresia per Narciso, figlio del dio fluviale Cefiso e della ninfa Liriope. Nella mitologia greca si narra il triste epilogo della vita di questo bellissimo giovane che respingeva e disprezzava tutti gli uomini e donne infatuati di lui. Una di queste, Eco, ne era terribilmente innamorata ma, non venendo ricambiata, perse ogni forza e morì: di lei resta solo la voce nell’aria. La dea Nemesi decide però di vendicare la povera ninfa e accompagna Narciso sulle sponde di una sorgente cristallina come uno specchio. Li si compie la profezia: il giovane vede il proprio riflesso e se ne innamora perdutamente. Non riesce a staccarsene e perisce consumato da un sentimento impossibile. Quando le ninfe accorrono per portare il corpo del giovane su una pira funeraria, trovano solo candidi fiori bianchi che da allora portano il suo nome. 

Dall’epoca greca, questa pianta è tradizionalmente associata alla morte e all’inconscio (secondo i Romani proveniva dai Campi Elisi ed era usata per adornare le tombe), ma anche alla bellezza (la dea Afrodite era solita indossare corone di narcisi). Nell’iconografia cristiana venne poi associata all’Annunciazione e al Paradiso, simboleggiando la vittoria della vita eterna sulla morte. Oggi è rimasto il termine “narcisista” con accezione negativa per indicare quelle persone che, come Narciso, amano solo sé stesse.

Il narciso dei poeti, delicato e profumato fiore bianco, appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae. Il nome latino “Narcissus poeticus” deriva dal greco “narké”, narcotico/che stordisce, in riferimento al profumo, mentre il termine specifico richiama i nobili sentimenti della poesia. La specie è originaria dell’Europa meridionale, vive tra i 600 e i 1600 m in prati ricchi e freschi, ma anche soleggiati. Lo si può ammirare frequentemente nelle praterie montane (foto 2, 3), dove fiorisce a inizio primavera, dopo il riposo invernale.  Dato il periodo in cui sbocciano i candidi fiori bianchi, da aprile a maggio, è anche detto “fior di maggio”.

Come le altre specie di questo genere, è una pianta bulbosa perenne che raggiunge i 20-50 cm di altezza con un singolo fiore molto profumato all’apice del fusto. Le foglie (da tre a cinque) partono dal terreno e hanno un aspetto nastriforme carnoso, larghe fino a 10 mm. Il fiore è evidente (foto 1): sei tepali ovati bianchi di 2-3 cm parzialmente sovrapposti al cui centro spicca una corona gialla a forma di coppa (diametro di 7-8 mm) con un bordo rosso rugoso. In estate rimangono visibili i frutti, delicate capsule suddivise in tre parti.

La specie è protetta e ciò contribuisce a mantenere stabili le popolazioni che in passato, complice la raccolta indiscriminata, erano sensibilmente diminuite. Questo fiore secondo alcuni rappresenta la conoscenza suprema che, come ammonisce la mitologia, è possibile raggiungere solo sacrificando il proprio desiderio egoistico ed effimero di possedere la bellezza della natura che ci circonda. È bene quindi seguire questo monito ed evitare di raccogliere le delicate piante, preferendo piuttosto un bello scatto fotografico!

 Elisabetta (Guida Equestre Ambientale) del Team AlpiRadio.it  © 2023

 

 

 

 

Immagini 1/2 da:
Wikipedia

Riferimenti:
https://www.edendeifiori.it/13255/narciso-dei-poeti-narcissus-poeticus.php
https://www.actaplantarum.org/flora/flora_info.php?id=507001
http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/miti-leggende-racconti/item/4550-narcissus-tra-mito-e-natura

 

 

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